Riconoscendo che i bambini sono vittime di violenza assistita domestica anche in quanto testimoni di violenze all’interno della famiglia; aspirando a creare un’Europa libera dalla violenza contro le donne e dalla violenza domestica

Conv. di Instanbul 2011  (rat. L. 77/2013)

Quello che spesso manca, tuttavia, è una rilevazione precoce delle situazioni di violenza domestica e una tempestiva valutazione del grado di pericolosità delle situazioni per i minorenni che assistono: nella valutazione del genitore maltrattante, infatti, accade spesso che l’aspetto della violenza venga connesso esclusivamente al rapporto con la madre e che gli interventi dei servizi che accolgono le madri spesso non siano coordinati con quelli di tutela dei figli.

Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Prendersi cura dei bambini e degli adolescenti vittime di maltrattamento, 15-5-2015

per violenza assistita intrafamiliare si intende qualsiasi atto di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuta su figure di riferimento o su altre figure significative adulte o minori; di tale violenza il bambino può fare esperienza direttamente(quando questa avviene nel suo campo percettivo) indirettamente (quando il minore è a conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti

CISMAI Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia, Firenze 2003

Deve essere chiarito se il concetto di “in presenza” coincida con quello di “al cospetto”, sia dal punto di vista materiale (condotta posta in essere al cospetto e dunque davanti agli occhi del minore), sia dal punto di vista soggettivo (consapevolezza da parte dell’autore che il fatto è commesso in presenza del minore).

Per ritenere sussistente la circostanza aggravante in discorso è sufficiente che il minore percepisca il reato, non essendo richiesto che lo stesso sia commesso davanti ai suoi occhi

Cass. pen. 14-3-2017

Effetti sui bambini

I bambini che hanno assistito a violenza sulle madri, fratelli o altri membri della famiglia dimostrano disturbo acuto da stress e disturbo post traumatico da stress. Sviluppano sensi di colpa, somatizzano la violenza.

Da adulti, possono sviluppare paura, impotenza, colpa, vergogna, stigmatizzazione, bassa autostima, distacco emotivo, depressione, disturbi da ansia, impulsività, aggressività, passività, dipendenza, disturbi alimentari, abuso di sostanza, difficoltà genitoriali, violenza fisica, psicologica, sessuale, disturbi di personalità.

Dati statistici

  • Alcuni studi inglesi hanno rilevato che nel 90% dei casi di violenza domestica nei confronti della madre, i bambini si trovavano nella stessa stanza dove si svolgeva l’aggressione, o in quella accanto.
  • ISTAT 2006: le donne con figli che hanno subito violenze da partner (690.000) hanno dichiarato che i figli: sono stati testimoni di uno o più episodi di violenza ( circa 60%); spesso (22,6%); vi hanno assistito raramente, a volte (circa 20%); solo nel 15,7% dei casi le donne valutano che esista il rischio di un coinvolgimento diretto dei figli nella violenza fisica subita dalle madri: raramente (5,6%), a volte (4,9%), spesso (5,2%).

Affidamento dei figli

Il limite alla bigenitorialità è dato soltanto dall’interesse preminente del figlio, che può portare ad una pronuncia di decadenza dalla responsabilità nei confronti di colui che abbia gravemente mancato ai propri doveri (art. 330 c.c.), ovvero all’affidamento esclusivo ad uno solo dei genitori (art. 337 quater c.c.), affidamento, tuttavia, inidoneo a recidere i legami con l’altro, che mantiene il diritto a partecipare allo sviluppo del minore, ivi compreso anche il c.d. diritto di visita.

L’ordinamento italiano tende ad assicurare il diritto alla bigenitorialità sia nella fase fisiologica di attuazione del rapporto filiale, attribuendo la responsabilità ad entrambi i genitori (artt. 316 ss. c.c.), sia in quella patologica dei rapporti tra gli stessi, con la regola dell’affidamento condiviso (artt.337 bis ss. c.c.)

Nel processo per l’affidamento

  • CTU circa gli effetti della condotta genitoriale in danno dei figli
  • Affinché il consulente determini modalità specifiche di frequentazione tra i minori e l’autore della violenza
  • In conformità alla Conv. Instanbul il giudice deve assumere informazioni sulle denunce in corso ma soprattutto sulle evidenze e sui fatti accaduti in corso di convivenza e/o relazione e anche dopo la cessazione del rapporto, che corroborino il suo convincimento circa l’esistenza di condotte maltrattanti

Dici: è faticoso frequentare i bambini. Hai ragione.
Aggiungi: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, scendere, piegarsi, farsi piccoli.
Ti sbagli. Non è questo l’aspetto più faticoso.
È piuttosto il fatto di essere costretti ad elevarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. di stiracchiarsi, allungarsi sulle punte dei piedi per non ferirli.

 

Janus Korzak
Scrittore, medico e pedagogista polacco, morì nel campo di sterminio di Treblinka, accompagnando i bambini della sua Casa dell’orfano, nel ghetto di Varsavia

Per info:

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074223749

3923504481

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