Per questo, non è più ritenuto opportuno considerare il corpo come un’entità separata dalla mente.
L’integrazione delle informazioni sensoriali genera, a livello del sistema nervoso centrale, un’idea motoria che poi arriverà rapidamente ai muscoli che realizzeranno il movimento sotto lo stretto controllo dei nostri sensi e del sistema propriocettivo.
L’integrità di tutti questi complessi sistemi ci permette di muoverci liberamente e in maniera armonica, economica e fluida e di rispondere rapidamente ad eventuali variazioni ambientali.
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Le difficoltà di movimento più frequenti
Quando, durante le fasi dello sviluppo del/della bambino/a, si osservano difficoltà motorie quali:
- goffaggine,
- difficoltà posturali,
- confusione nell’uso delle mani,
- difficoltà nell’afferrare o tirare una palla,
- difficoltà nell’impugnare correttamente una matita e nella scrittura
è opportuno affrontare una valutazione iniziale per verificare che non vi siano funzioni alterate alla base del movimento (vista o udito) e proseguire poi con approfondimenti neuropsicomotori e neuropsicologici.
Questo perché le difficoltà motorie potrebbero essere correlate a Disturbi Specifici dell’Apprendimento (disgrafia) o ad altri disturbi del neurosviluppo.
Tipicamente, i/le bambini/e con Disturbo della Coordinazione Motoria risultano essere impacciati, goffi e lenti.
Inoltre spesso manifestano difficoltà nell’ideazione del movimento, sia nella programmazione che nell’esecuzione.
Le maestre della scuola dell’infanzia racconteranno che il/la bambino/a non è attratto dall’esplorazione del corpo, non è interessato ai giochi di movimento o si rifiuta di disegnare.
Quali possono essere le conseguenze del Disturbo della Coordinazione Motoria?
Si stima che il Disturbo della Coordinazione Motoria sia presente in circa il 5-7% della popolazione, con una maggiore prevalenza per il sesso maschile.
Attualmente uno dei problemi più rilevanti è la mancanza di consapevolezza nei confronti del Disturbo della Coordinazione Motoria.
Infatti, molte persone sono propense a pensare che la goffaggine o l’impaccio motorio del/della bambino/a non avranno grandi conseguenze sul suo sviluppo futuro.
In realtà l’impaccio motorio avrà conseguenze sulla partecipazione nelle attività fisiche influenzando poi una moltitudine di altri fattori (sociali, culturali e caratteristiche individuali).
I/le bambini/e parteciperanno meno volentieri alle attività sportive generando la percezione di essere meno capaci rispetto ai coetanei, cosa che potrebbe influire sulla loro autostima.
Le difficoltà motorie potranno poi ridurre il successo scolastico.
Infine, è stato dimostrato che adolescenti con disturbo della coordinazione motoria hanno minor fitness cardiorespiratoria, minor resistenza allo sforzo fisico, minor forza muscolare rispetto ai coevi e corrono un rischio maggiore di sviluppare obesità.
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Il primo passo da fare?
Le raccomandazioni internazionali indicano che la diagnosi è possibile fin dai 5 anni di età.
Per questa ragione è bene osservarne attentamente il comportamento e il movimento in tutti gli ambienti di vita (a casa, a scuola, al parco…) prestando particolare attenzione alle caratteristiche del movimento di tutti i distretti corporei (braccia, mani, dita, gambe, piedi, bocca).
I genitori e le insegnanti sono le persone che più facilmente possono notare difficoltà iniziali in attività quali:
- Scavalcare ostacoli
- Battere con forza i piedi sul pavimento
- Calciare la palla
- Salutare con la mano
- Imitare o produrre gesti (mandare un bacio, fare no con il dito, indicare, fare la pistola, fare “marameo”)
- Pettinarsi
- Soffiare il naso
- Spegnere le candeline o fare le bolle di sapone
- Fare la linguaccia
- Fare le pernacchie
- Aprire la porta
- Impugnare posate
- Disegnare
- Svitare un tappo o un barattolo
- Tagliare con le forbici
Come intervenire nel Disturbo della Coordinazione Motoria e quali miglioramenti aspettarsi
Identificare e diagnosticare precocemente un Disturbo della Coordinazione Motoria permetterà di accedere all’intervento individualizzato più idoneo e, quanto prima questo si verifica tanto più rapidi e migliori saranno i risultati.
Le possibilità di miglioramento sono buone sia per quanto riguarda l’acquisizione degli schemi motori sia per l’assimilazione e la presa di coscienza del proprio corpo, fattori che si riflettono su consapevolezza e autostima.
Il professionista che si occupa di questo disturbo è il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva che, intervenendo attraverso il gioco e il movimento, lavora anche sulle competenze motorie.
La terapia consigliata è quella orientata al compito (task oriented) e viene associata ad attività che rinforzino la motivazione del bambino e il suo interesse per il movimento.
Attraverso proposte ludiche, individuali o in gruppo, sarà possibile migliorare l’ideazione, la programmazione e l’esecuzione del gesto motorio.
Il percorso riabilitativo verrà deciso in funzione delle caratteristiche, degli interessi, della motivazione del singolo bambino/a confrontandosi con i genitori e gli insegnanti.
Non da ultimo, con l’obiettivo di trasferire alla realtà di tutti i giorni i progressi acquisiti in stanza di terapia, potrebbe essere consigliata l’integrazione del programma riabilitativo con attività di realtà virtuale o attività sportive.