Cos’è la disfagia
La disfagia è un disturbo della deglutizione ovvero della capacità di far arrivare in modo corretto allo stomaco delle sostanze introdotte dalla bocca. Essa si manifesta come una difficoltà a deglutire alimenti, liquidi, saliva, farmaci, etc.
Sono varie le patologie che possono causare la disfagia e possono riguardare tutte le fasce d’età.
Nel bambino
Cause:
Nei bambini i disordini di alimentazione e i disturbi di deglutizione si presentano spesso legati a disabilità multiple, paralisi cerebrale, danno cerebrale traumatico, malattie genetiche, infarto cerebrale, Sindrome di Rett, Sindrome di Down, disordini neuro-muscolari associati ecc. Generalmente si inseriscono in quadri clinici molto complessi.
Come si manifesta:
Si possono riscontare alcuni segni o sintomi tipici:
- segni di aspirazione (ovvero il passaggio di sostanze nelle vie aeree): soffocamento, tosse e senso di strozzamento;
- segni di difficoltà respiratoria durante il pasto: cambiamenti delle caratteristiche del respirare, respiro rumoroso;
- segni di affaticamento durante l’alimentazione;
- calo di peso o scarsa crescita;
- rifiuto ad alimentarsi;
- infezioni frequenti alle alte vie respiratorie;
- alterata sensibilità sul viso, vicino alla bocca e al suo interno;
- fuoriuscita di cibo dalla bocca o dal naso;
- intolleranza ad alcune consistenze di cibo;
- aumento della durata del pasto (oltre i 45 minuti);
- difficoltà a deglutire la saliva.
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Nell’adulto e anziano
Cause:
Nell’adulto e nell’anziano la disfagia è causata da patologie ad interessamento neurologico (es. ictus, esiti di trauma cranio-encefalico o stati di coma, Morbo di Parkinson, Sclerosi Multipla, Sclerosi Laterale Amiotrofica, demenze, encefalopatie ecc…) o muscolare (es. miastenia, distrofia ecc…). Può essere causata anche da esiti di tumori che interessano il distretto capo – collo o da effetti collaterali di chemioterapie e/o radioterapie.
Inoltre c’è da tenere in considerazione che nell’anziano il fisiologico invecchiamento può essere da solo causa di disfagia, che poi va ad associarsi a molteplici eventi patologici concomitanti.
Come si manifesta:
Il passaggio di sostanze alimentari nelle vie aeree (aspirazione) si può manifestare, in modo evidente, con senso di soffocamento, tosse insistente, comparsa di colorito rosso o cianotico al volto, oppure silente nei casi in cui piccole quantità di alimenti raggiungono i bronchi senza che il paziente avverta sintomi.
Più in generale i sintomi che devono indurre il sospetto di disfagia sono:
- la comparsa di tosse involontaria durante o dopo la deglutizione di un boccone;
- la comparsa di voce gorgogliante dopo la deglutizione;
- la fuoriuscita di liquidi o di cibo dal naso;
- il fastidio o il dolore associato alla deglutizione;
- la sensazione che parte del cibo resti in gola;
- l’allungamento del tempo dedicato al pasto;
- il progressivo cambiamento delle abitudini alimentari;
- la perdita di peso, senza causa apparente;
- la presenza di frequenti infezioni respiratorie;
- l’aumento di salivazione e il ristagno di secrezioni o di parti di cibo nella bocca.
Conseguenze:
Se non correttamente gestita la disfagia può determinare complicanze che possono mettere a rischio lo stato di salute della persona che ne è colpita ed essere causa di ricoveri ospedalieri anche ripetuti nel tempo. Il disturbo di deglutizione può essere invalidante al punto tale da compromettere la qualità della vita di chi ne è affetto e di chi lo circonda.
Tra le principali conseguenze della disfagia ritroviamo:
- la malnutrizione e la disidratazione;
- il rischio di aspirazione tracheo-bronchiale (il cibo o il liquido entrano nelle vie aeree), con conseguenti polmoniti definite ab ingestis e patologie polmonari croniche;
- la perdita di motivazione all’alimentazione o all’assunzione di liquidi;
- l’imbarazzo o l’isolamento in situazioni sociali legate ai pasti.
Valutazione:
La valutazione della disfagia fatta dal logopedista è una valutazione di tipo clinico basata sull’osservazione di alcuni parametri e su prove con alimenti e bevande di varie consistenze con l’utilizzo di protocolli specifici. È opportuno affiancare alla valutazione clinica logopedica, una valutazione di tipo strumentale: FEES (Fiberoptic Endoscopic Examination of Swallowing) e/o VFS (Videofluoroscopia) effettuata da un medico che si occupa di disfagia. La FEES è una valutazione della deglutizione in endoscopia diretta flessibile, è una procedura sicura e ben tollerata.
La VFS valuta la deglutizione attraverso lo studio radiografico delle varie fasi della deglutizione.
Se necessario possono aggiungersi altri tipi di esami strumentali.
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Trattamento:
Il trattamento della disfagia si struttura in modo personalizzato per il paziente in base ai dati emersi dalla valutazione. Il trattamento logopedico va a interviene sulla modificazione di fattori che influenzano indirettamente l’atto deglutitorio come capacità attentive, respirazione (riflessi di protezione: tosse e raclage ovvero la sensazione di dover raschiare continuamente la gola), atteggiamento posturale, consapevolezza del proprio corpo, modificazioni ambientali e in modo diretto con attività riabilitative e compensative programmate in baso allo specifico profilo funzionale del paziente.
Il trattamento si compone dei seguenti elementi:
- tecniche di deglutizione;
- posture facilitanti/compensative;
- provvedimenti adattivi: modificazioni dietetiche, uso di ausili.
Il logopedista inoltre provvederà a dare istruzioni precise sia al paziente che ai familiari per eseguire determinate attività anche in autonomia più volte al giorno e poter alimentarsi in sicurezza.
È importante ricordare che la presa in carico del paziente con disfagia prevede il lavoro di più figure professionali che collaborano a 360° nella gestione delle difficoltà deglutitorie.
Efficacia del trattamento:
È stato osservato come la presa in carico logopedica del paziente con disfagia migliori gli aspetti deglutitori e anche a sua qualità di vita.