dislessia
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Che cos’è?

La dislessia fa parte dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) insieme alla disortografia, alla disgrafia e alla discalculia.

Corrisponde a una minore correttezza e/o rapidità della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta.

Il/la bambino/a con dislessia legge con più lentezza e difficoltà rispetto alla norma dei bambini di pari età e scolarità.

Come tutti i DSA non deriva da un deficit cognitivo o da altre cause come traumi o blocchi emotivi, ma è una condizione neurobiologica.

Il/la bambino/a con dislessia ha capacità cognitive nella norma e la sua difficoltà riguarda il processo di apprendimento e automatizzazione della lettura.

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Segnali e sintomi

I sintomi possono manifestarsi già nelle prime fasi del processo di apprendimento; questo pone l’accento sulla necessità di saper riconoscere i segnali anticipatori per avviare un intervento precoce, tanto più efficace se costruito sulle caratteristiche individuali di ognuno.

Ogni bambino/a con dislessia è infatti diverso dall’altro/a perché la dislessia non è una entità monolitica. Si presenta come un complesso di caratteristiche che ogni persona condivide in misura più o meno estesa.

Sicuramente le difficoltà nell’acquisizione della lettura e della scrittura rappresentano i segnali più importanti.

Il/la bambino/a spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l’inversione di lettere e di numeri (es. 21 – 12) e la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). A volte non riesce a imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno.

Come possiamo notare le difficoltà di apprendimento molto spesso riguardano l’intera strumentalità di base (lettura, scrittura e calcolo).

Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani) e può avere difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. Anche dopo la scuola primaria persistono lentezza ed errori nella lettura, che possono ostacolare la comprensione del significato del testo scritto.

In generale il processo di apprendimento richiede un grande investimento di risorse attentive.

Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Saper riconoscere i segnali della dislessia è fondamentale per avviare quanto prima un percorso di “abilitazione” che attenui e/o compensi il disturbo.

sintomi dislessia

Come muoversi

Quando il genitore sospetta che il/la figlio/a abbia difficoltà di apprendimento come prima cosa deve rivolgersi agli insegnanti, con i quali potrà valutare l’opportunità della messa in atto di percorsi di potenziamento.

Qualora tali percorsi didattici non risultino efficaci per la risoluzione della problematica evidenziata, è il caso di effettuare una valutazione diagnostica.

Il fatto che non possa parlare di dislessia prima del termine del secondo anno di scuola primaria non vuol dire che si debba attendere questo momento per effettuare una valutazione. Individuare i bambini in difficoltà già nelle primissime fasi di scuola primaria permette di attuare tempestivi e funzionali percorsi di potenziamento anche prima della definizione diagnostica.

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Valutazione e diagnosi

Nel caso di consulto per difficoltà di apprendimento l’iter valutativo prevede inizialmente la raccolta dei dati anamnestici relativi al/alla bambino/a, che comprendono la descrizione delle principali difficoltà (lettura, scrittura e/o calcolo), ma anche le informazioni relative alla nascita, allo sviluppo motorio e linguistico, escludendo altre fattori alla base della difficoltà di apprendimento (es. capacità sensoriali, difficoltà neurologiche).

In seguito determinata l’entità e la qualità della difficoltà di apprendimento (es. prove di lettura, scrittura e calcolo), si analizza l’efficienza cognitiva e si approfondiscono le funzioni cognitive che compongono il profilo neuropsicologico (es. attenzione, memoria ecc..).

La necessità di raccogliere tutte le informazioni con i genitori e di approfondire le varie componenti del profilo neuropsicologico comporta l’utilizzo di più incontri distribuiti in giorni diversi e il coinvolgimento di un’equipe multidisciplinare composta da diverse professionisti (es. Neuropsichiatra Infantile, Neuropsicologo, Psicoterapeuta, Logopedista, Terapista della Neuropsicomotricità).

Dopo la diagnosi?

E’ molto importante seguire le indicazioni che lo specialista ha riportato nella relazione e ha comunicato verbalmente; in molti casi ci sarà una presa in carico da parte dello specialista.

Si definisce “presa in carico” il processo integrato e continuativo attraverso cui deve essere garantito il governo coordinato degli interventi per favorire la riduzione del disturbo, l’inserimento scolastico, sociale e lavorativo del/della bambino/a, orientato al più completo sviluppo delle sue potenzialità.

La diagnosi rappresenta il punto di partenza per percorsi di potenziamento di tipo abilitativo e/o interventi compensativi:

  1. un percorso abilitativo ha come obiettivo il potenziamento della strumentalità di base; ad esempio lavoro sul processo di lettura per ridurre il numero di errori e aumentare la velocità di decodifica;
  2. un percorso di natura compensativa ha come obiettivo quello di garantire, nonostante il permanere della difficoltà, un accesso alle informazioni, anche attraverso la costruzione di un funzionale metodo di studio nel qual integrare l’utilizzo di strumenti compensativi (es. sintesi vocale, mappe concettuali..).

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