Perché una consulenza sessuale dopo un lutto?
I più famosi studiosi del lutto, Bowlby, Parkes e Kubler-Ross, individuano dei modelli stadiali secondo i quali esistono delle fasi di elaborazione, ognuna delle quali è caratterizzata da specifiche risposte emotive e cognitive.
Tuttavia, le risposte e le reazioni alla perdita di una persona cara sono estremamente variabili, in quanto dipendono anche dal contesto della persona, della famiglia e della comunità all’interno del quale avviene il lutto, nonché da fattori e risorse personali.
Ogni perdita è, inoltre, diversa dall’altra: le persone confrontano le varie perdite, le accumulano (perdite precedenti interagiscono con quella attuale e tornano dolorosamente alla memoria) e ogni perdita ne intacca o modifica in modo diverso l’identità (pensiamo ad una donna che da moglie diventa vedova o ad un genitore che perde l’unico figlio).
Inoltre, se è vero che il dolore decresce col passare del tempo, non esiste un “tempo giusto” per un’elaborazione del lutto, poiché ogni perdita si inserisce in modo diverso nella storia di vita personale di ciascuno/a e perché ognuno/a elabora delle proprie strategie per fronteggiare l’evento luttuoso.
Di fronte alla perdita di un familiare, di un genitore, del partner, di un/una figlio/a, ci si deve confrontare sia con la perdita della persona cara, e quindi col dolore ed il ricordo, sia con le conseguenze indirette del lutto, che caratterizzano il processo di recupero, quali ad esempio: l’acquisizione di una nuova identità, l’apprendimento di nuove abilità, la copertura di nuovi ruoli (pensiamo ad una mamma che perde il padre dei suoi figli e si ritrova a ricoprire entrambi i ruoli).
Il modo in cui ci si orienta a queste due necessità da affrontare, nonché il tipo di strategie personali che vengono adottate per fronteggiare la perdita, può fare la differenza fra un’elaborazione del lutto “comune” ed una “complicata”.
Parlare di sessualità in lutto non deve essere un tabu’
Nello strappo della perdita, la sessualità cambia
Il dolore per la perdita di una persona cara può avere, e generalmente ha, un effetto sulle relazioni e la sessualità. Sappiamo ancora molto poco di come le persone in lutto vivono la sessualità; molte delle emozioni provate durante il lutto sono subconscie e non sono espresse apertamente.
Inoltre parlare di sessualità in lutto equivale a sfidare un tabù: sesso e morte, Eros e Thanatos.
Nello strappo della perdita, della morte, la sessualità cambia.
Il dolore non lascia dunque spazio alla sessualità, a niente altro che a se stesso? Con la perdita del/della partner si perde (e dunque si deve piangere) anche la propria sessualità? La morte di un figlio rompe per sempre l’intimità della coppia?
E’ proprio parlandone che il tabù perde il suo potere, perché il linguaggio gli dà dei confini e lo rende più chiaro, meno ansiogeno e pericoloso. Un percorso di consulenza sessuale, attraverso la narrazione, può aiutare a far emergere i vissuti e come l’esperienza della perdita influenzi e cambi la sessualità. Puoi parlarne con la dott.ssa Barbara Falasca al DediCare .
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Come si vive il sesso dopo la perdita?
Alcune persone dopo la perdita vivono il sesso come un modo per sentirsi più vicini, per ricercare affetto ed intimità con il/la partner; in altre, provare piacere in una situazione triste suscita profondi sensi di colpa.
Oppure la perdita può provocare una risignificazione della relazione di coppia e di conseguenza anche del sesso, come spesso accade a genitori che hanno perso un/una figlio/a e ritengono che il sesso, che l’aveva generato/a, non sia più fattibile ora che quella vita non c’è più, o che si sentono in colpa per essere sopravvissuti, o che bloccano la sessualità per bloccare la vitalità che può “offendere” il/la defunto/a. Per altri, dopo un periodo di blocco iniziale, la sessualità ha la funzione di riconnettere la coppia, di individuare uno spazio ed un tempo in cui ritrovarsi e ricostruirsi.
Altre volte accade che l’uomo e la donna vivano la sessualità in modo diverso: per molti uomini il sesso dopo il lutto può rappresentare un conforto, mentre per molte donne è incompatibile col dolore e questo finisce per allontanare la coppia.
Alcune coppie che hanno perso, in gravidanza o subito dopo il parto, un/una figlio/a, tendono a riavvicinarsi sessualmente subito dopo il lutto per ricercare una nuova gravidanza, senza valutare come il progetto generativo e genitoriale possa essere condizionato dal dolore.
Perdere il/la proprio/a partner significa perdere anche tutto ciò che con lui/lei si condivideva: anche la sessualità può far parte delle tante cose che si perdono dopo la sua morte. La sessualità era legata alla persona stessa, la sua morte ne ha sancito l’impossibilità di viverla in futuro. Finché non si riuscirà a vedere un futuro, non ci potrà essere spazio per altre relazioni e, dunque, per una sessualità nuova.
Come funziona la consulenza?
In tema di sessualità, e in particolare di sessualità nel lutto, non si deve discutere di ciò che è “normale” o “sano” o “giusto”. Il processo di normalizzazione, nel percorso di sostegno a chi ha vissuto un lutto, si costruisce nel tempo, con attenzione e gratitudine da parte del/della consulente, cui vengono donate narrazioni relative ad un bene prezioso e segreto: la sessualità.
All’interno del DediCare è la dott.ssa Barbara Falasca ad occuparsi di consulenza sessuale.
Articolo liberamente tratto da
- Prati, L. Pierantoni, Adattamento al lutto e effetti sulla sessualità
- Cazzaniga, Lutto e sessualità
Rivista di Sessuologia, vol. 33, n.4, CIC Edizioni Internazionali, Roma